fonte : www.grandeippicaitaliana.it
La giornata del Derby di trotto di domenica scorsa ha riportato alla ribalta le problematiche relative al futuro dell’ippodromo delle Capannelle sul quale sono attese in settimana novità da parte del Comune di Roma Capitale, ma, parafrasando un vecchio detto, si potrebbe dire che “se Roma piange, Parigi non ride”. In Francia è infatti aperta la questione relativa al futuro dell’ippodromo di Vincennes ovvero il tempio del trotto parigino. Il vecchio contratto di locazione dell’impianto sito nel Plateau de Gravelle è in scadenza infatti alla fine dell’anno e lo scorso 24 luglio 2023 il Comune di Parigi, proprietario dell’impianto, ha pubblicato un bando di gara per una locazione della durata di 360 mesi (30 anni) che, comprendendo anche le spese per i lavori comporterebbe per la società che dovesse stipularlo un investimento di circa 300 milioni di euro.
Questo è quanto ha affermato Jean Pierre Barjon ovvero il numero 1 del trotto transalpino: “Pensare ad occhi chiusi che oggi non ci sia un’altra scelta che rinnovare il contratto di affitto di Vincennes sarebbe un errore” – ha dichiarato. Gli ha fatto eco , l'ex vicepresidente di Le Trot, Olivier de Seyssel: “Firmare un contratto di locazione che equivarrebbe a spendere più di 300 milioni di euro, in 30 anni, su un terreno che non ci appartiene, è inconcepibile. Mi rammarico che l'azienda sia ora messa all'angolo e che in questa fase non abbiamo un piano concreto di negoziazione con la città che è tuttavia attaccata all'ippodromo internazionale di Vincennes e desidera mantenere l'attività. Si tratta di una questione molto importante sulla quale abbiamo lavorato con il municipio alla fine del mandato di Dominique de Bellaigue. Purtroppo questo nei mesi scorsi il tema è stato un po’ messo da parte e la società ora si trova di fronte a un bel problema”.
Ufficialmente Le Trot considera quindi tutte le ipotesi. Ci sono alcune alternative e un’apposita commissione ci sta lavorando: costruire un nuovo ippodromo, ad esempio, o sviluppare il sito di Enghien-Soisy che appartiene alla società madre, senza contare che c’è anche da analizzare l’impatto di tutta la vicenda sul centro di allenamento di Grosbois situato a 20 chilometri a sud di Vincennes.
Vale la pena di ricordare che nello scorso meeting d’Hiver a Vincennes si sono disputate 745 corse con uno stanziamento medio di 54.824 euro. In un anno nell’impianto parigino vengono scommessi quasi 1,9 miliardi di euro. Chiaramente la rottura totale non conviene a nessuno, ma malgrado le trattative siano in corso le parti sembrano essere ancora abbastanza lontane da un accordo. Del resto va detto che, France Galop paga 8 milioni di euro all'anno per organizzare un numero minore di giornate di corse a Longchamp e Auteuil e che il Comune parigino sta adottando la stessa strategia con altri siti importanti della città.
Il futuro di Vincennes
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Re: Il futuro di Vincennes
Quando ci sono gli interessi... tutto il mondo è paese, ecco cosa sta accedendo in Francia:
L'omicidio pianificato di un intero settore
Signore e Signori, cari soci,
apprendiamo con grande preoccupazione della possibilità di un aumento della tassazione sulle scommesse ippiche nell'ambito del disegno di legge di finanziamento della previdenza sociale per il 2023. Tuttavia, queste scommesse ippiche finanziano solo il settore equino e lo Stato, senza alcun azionista, le società di corse ridistribuendo tutti i risultati in premi di gara.
La legge del 2 giugno 1891 garantisce il finanziamento del miglioramento della razza dei cavalli da corsa e la moralizzazione dei giochi finanziando gli ospedali, più tardi conosciuti come lo Stato.
L'aumento della quota spettante allo Stato comporta di fatto una riduzione della quota spettante all'intero settore degli allevatori, degli allenatori, del personale delle scuderie e dei fantini, che da lavoro su tutto il territorio nazionale, rappresentando 66.000 posti di lavoro diretti e 130.000 indiretti posti di lavoro, soprattutto nelle zone rurali.
Se l'industria equina dovesse crollare, tutta l'economia agricola di alcuni dipartimenti come la Manica, il Calvados, l'Orne, la Sarthe e la Mayenne, ecc. Esistono almeno un ippodromo in 68 dipartimenti (per un totale di 226 Società e 235 ippodromi). Una parte dei proventi dei giochi finanzia le comunità dei comuni dei principali ippodromi.
La PMU è uno strumento per ridistribuire luoghi industriali densamente popolati verso le campagne dove si trovano i cavalli. Questa attività economica mantiene veterinari, maniscalchi, sellai, ecc. nelle zone rurali, utilizzando direttamente la produzione agricola.
Quando nel 2010 furono aperti i giochi sul web, lo Stato si impegnò a effettuare una "revisione" nel caso in cui uno dei settori risultasse sbilanciato dopo la riforma. È il caso dei giochi di corse di cavalli che dal 2010 hanno perso 2 miliardi di euro, facilmente guadagnati dai giochi sul web di Française des Jeux. Dal 2017, i premi delle corse non sono aumentati in linea con l'inflazione. Il calcolo dell'impatto di questa nuova tassa è di 80 milioni, su un bilancio di ridistribuzione nelle campagne francesi di 600 milioni per il settore del galoppo.
Grazie a questa somma, attraverso il Fondo Eperon, le corse sostengono l'intero settore equino: cavalli sportivi, ma anche cavalli pesanti (o da tiro).
I cavalli contribuiscono all'abbellimento delle nostre campagne e alla notorietà della Francia attraverso i loro successi internazionali. Questo ulteriore drenaggio, in un momento già molto difficile per questo settore agricolo, rischia di soffocare definitivamente questa produzione, la cui eccellenza è riconosciuta in tutto il mondo. Mentre il Primo Ministro afferma di sostenere in via prioritaria il mondo agricolo e le zone rurali, non possiamo che constatare che questo proposto aumento delle tasse spazzerà via definitivamente l'intero settore equino.
Sinceramente.
Christiane Head
Presidente CIFCH
L'omicidio pianificato di un intero settore
Signore e Signori, cari soci,
apprendiamo con grande preoccupazione della possibilità di un aumento della tassazione sulle scommesse ippiche nell'ambito del disegno di legge di finanziamento della previdenza sociale per il 2023. Tuttavia, queste scommesse ippiche finanziano solo il settore equino e lo Stato, senza alcun azionista, le società di corse ridistribuendo tutti i risultati in premi di gara.
La legge del 2 giugno 1891 garantisce il finanziamento del miglioramento della razza dei cavalli da corsa e la moralizzazione dei giochi finanziando gli ospedali, più tardi conosciuti come lo Stato.
L'aumento della quota spettante allo Stato comporta di fatto una riduzione della quota spettante all'intero settore degli allevatori, degli allenatori, del personale delle scuderie e dei fantini, che da lavoro su tutto il territorio nazionale, rappresentando 66.000 posti di lavoro diretti e 130.000 indiretti posti di lavoro, soprattutto nelle zone rurali.
Se l'industria equina dovesse crollare, tutta l'economia agricola di alcuni dipartimenti come la Manica, il Calvados, l'Orne, la Sarthe e la Mayenne, ecc. Esistono almeno un ippodromo in 68 dipartimenti (per un totale di 226 Società e 235 ippodromi). Una parte dei proventi dei giochi finanzia le comunità dei comuni dei principali ippodromi.
La PMU è uno strumento per ridistribuire luoghi industriali densamente popolati verso le campagne dove si trovano i cavalli. Questa attività economica mantiene veterinari, maniscalchi, sellai, ecc. nelle zone rurali, utilizzando direttamente la produzione agricola.
Quando nel 2010 furono aperti i giochi sul web, lo Stato si impegnò a effettuare una "revisione" nel caso in cui uno dei settori risultasse sbilanciato dopo la riforma. È il caso dei giochi di corse di cavalli che dal 2010 hanno perso 2 miliardi di euro, facilmente guadagnati dai giochi sul web di Française des Jeux. Dal 2017, i premi delle corse non sono aumentati in linea con l'inflazione. Il calcolo dell'impatto di questa nuova tassa è di 80 milioni, su un bilancio di ridistribuzione nelle campagne francesi di 600 milioni per il settore del galoppo.
Grazie a questa somma, attraverso il Fondo Eperon, le corse sostengono l'intero settore equino: cavalli sportivi, ma anche cavalli pesanti (o da tiro).
I cavalli contribuiscono all'abbellimento delle nostre campagne e alla notorietà della Francia attraverso i loro successi internazionali. Questo ulteriore drenaggio, in un momento già molto difficile per questo settore agricolo, rischia di soffocare definitivamente questa produzione, la cui eccellenza è riconosciuta in tutto il mondo. Mentre il Primo Ministro afferma di sostenere in via prioritaria il mondo agricolo e le zone rurali, non possiamo che constatare che questo proposto aumento delle tasse spazzerà via definitivamente l'intero settore equino.
Sinceramente.
Christiane Head
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Re: Il futuro di Vincennes
Al primo cenno di organizzare una protesta, l'emendamento è stato ritirato:
https://www.jourdegalop.com/2024/10/der ... nt-retire/
https://www.jourdegalop.com/2024/10/der ... nt-retire/
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Re: Il futuro di Vincennes
fonte: www.grandeippicaitaliana.it
La situazione ippodromi sembra destinata a tenere banco non solo in Italia. Di queste ore, infatti, la notizia che l'attuale gestione dell'ippodromo parigino di Vincennnes è stata prorogata fino al 31 agosto 2025. Tutto ciò in attesa di capire cosa accadrà con la nuova concessione. Il Comune di Parigi ha stabilito un canone annuo di 10 milioni di euro che sembra fuori portata e lo avrebbe fatto basandosi sui canoni proposti da France Galop per le concessioni di Longchamp e Auteuil. Profondamente contrario a tale ipotesi il presidente di Le Trot Jean Pierre-Barjon.
Secondo la stampa francese i massimi dirigenti del trotto transalpino starebbero anche predisponendo un piano B, ovvero quello di verificare la possibilità di rendere il tracciato della pista di Enghien in qualche modo simile a quello del Plateau de Gravelle in modo da poter poi spostare tutta l'attività in questo impianto. Insomma se non si arriverà a un accordo si potrebbe anche prefigurare l'ipotesi di costruire una pista quasi identica nel secondo impianto parigino.
La situazione ippodromi sembra destinata a tenere banco non solo in Italia. Di queste ore, infatti, la notizia che l'attuale gestione dell'ippodromo parigino di Vincennnes è stata prorogata fino al 31 agosto 2025. Tutto ciò in attesa di capire cosa accadrà con la nuova concessione. Il Comune di Parigi ha stabilito un canone annuo di 10 milioni di euro che sembra fuori portata e lo avrebbe fatto basandosi sui canoni proposti da France Galop per le concessioni di Longchamp e Auteuil. Profondamente contrario a tale ipotesi il presidente di Le Trot Jean Pierre-Barjon.
Secondo la stampa francese i massimi dirigenti del trotto transalpino starebbero anche predisponendo un piano B, ovvero quello di verificare la possibilità di rendere il tracciato della pista di Enghien in qualche modo simile a quello del Plateau de Gravelle in modo da poter poi spostare tutta l'attività in questo impianto. Insomma se non si arriverà a un accordo si potrebbe anche prefigurare l'ipotesi di costruire una pista quasi identica nel secondo impianto parigino.